Continua, da parte dell’Ordine Tsrm Pstrp interprovinciale della Regione FVG, l’attività di analisi degli atti aziendali degli enti del SSR, affinché gli stessi garantiscano adeguata valorizzazione dei ruoli professionali, delle competenze ed equo sviluppo di tutte le professioni sanitarie da esso rappresentate. A finire sotto la lente di ingrandimento degli attenti occhi dell’Ordine è l’atto aziendale dell’IRCCS CRO di Aviano. L’ultima versione del documento, adottato lo scorso agosto, ha visto infatti il cambio di denominazione della SOSD “Direzione delle professioni sanitarie” che, a partire dall’anno in corso, è stata ridenominata in “Direzione infermieristica e coordinamento delle altre professioni sanitarie”. È bene ricordare che, nonostante in Regione sia vigente la L.R. 10/2007 che ha aperto le porte alla possibilità di istituire servizi professionali di area, presso l’IRCCS CRO di Aviano negli ultimi anni è sempre stato presente un unico servizio denominato
Direzione delle professioni sanitarie. Nonostante alcuni interventi, effettuati all’epoca dal Co.Re.APS che prima dell’istituzione dell’Ordine aggregava in Regione le Associazioni Maggiormente Rappresentative, la direzione aziendale non ha mai modificato il modello organizzativo, ai sensi della succitata legge, che prevede strutture di direzione suddivise per area. Proprio per questo, mal si comprende allora la ridenominazione di tale SOSD in “Direzione infermieristica e coordinamento delle altre professioni sanitarie”.
In ragione al ruolo di tutela e piena valorizzazione delle professioni sanitarie afferenti, l’Ordine sottolinea in primis come le professioni “diverse da quella infermieristica”, oltre a continuare a non avere la dignità di un riconoscimento di una struttura organizzativa propria, sono state impropriamente indicate con il nome di “altre professioni sanitarie” in luogo del nome istituzionalmente riconosciuto dalla legge di professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. In secondo luogo, anche in riferimento alla numerosità dei profili professionali caratterizzante il comparto socio-sanitario dell’Istituto, l’Ordine evidenzia come, trattandosi di un servizio unico delle professioni sanitarie, la denominazione di “Direzione delle professioni sanitarie” rappresenta scelta più giusta, equa e rappresentativa dell’organico aziendale, in linea con la natura e sostanza delle professioni sanitarie che si prevede farvi afferire e in coerenza con i
restanti enti del SSR che ancora non prevedono strutture di responsabilità distinte per aree.
Già un anno fa, in occasione di un incontro “vis à vis” tenutosi presso l’Istituto, erano state rappresentate le istanze relative al modello organizzativo delle Professioni Sanitarie che, a parere degli Ordini, rispondeva al meglio non solo alle norme, ma soprattutto alla necessità di garantire le più opportune risposte ai bisogni di salute dei cittadini. Ora invece, a seguito della nuova denominazione, si presentano alcuni aspetti critici che l’Ordine è tenuto a rilevare e che sembrano porre le professioni del comparto sanitario su due livelli differenti: la funzione di “direzione” sembrerebbe ad appannaggio della sola area infermieristica, prevedendo per le “altre professioni sanitarie” solo una funzione di coordinamento. Un tanto espone esplicitamente al rischio di non permettere l’accesso alla posizione dirigenziale ad altri professionisti sanitari non afferenti all’area infermieristica, escludendo di netto tutte le restanti professionalità.
L’Ordine si è attivato in maniera costruttiva indirizzando una nota alla direzione strategica dell’Istituto già nello scorso mese di settembre, facendo presente questi elementi di dubbia interpretazione e richiedendo la revisione del modello proposto o, in subordine e nelle more di tale revisione, la ridenominazione della SOSD in oggetto con il nome, originariamente previsto negli atti aziendali dell’Istituto presentati negli ultimi anni, di “Direzione delle professioni sanitarie”.
Purtroppo rammarica rilevare che, a distanza di settimane, non vi è stato nessun riscontro istituzionale da parte dell’azienda.
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